Lo staff giuridico di DiF offre aiuto a chi abbia problemi attinenti a:
diritto di famiglia (matrimonio, coppie di fatto, unioni civili, filiazione), separazioni e divorzi, testamenti, successioni e divisioni ereditarie, diritto civile in generale; diritto penale minorile; diritto penale, stalking, bullismo, cyberbullismo ,violenza in famiglia, violenza privata …
Il lavoro psicologico presso Dif segue l’approccio sistemico-relazionale, che considera il malessere o il problema di un membro della famiglia non come isolato, ma inserito all’interno del contesto di relazioni e di comportamenti agiti da tutti i componenti.
Si nasce e si cresce dentro le relazioni; le parole, le emozioni, i volti e i gesti di chi ci è accanto danno senso a ciò che siamo e a ciò che abbiamo imparato su di noi e sul mondo.
Lavorare su di sé e sulla storia relazionale che ci contraddistingue porta a formulare ipotesi per trovare soluzioni: la terapia sistemica, infatti, guarda al futuro connettendo passato e presente.
Sulla base della richiesta formulata e a seconda della valutazione psicologica effettuata, il percorso di terapia può essere individuale, di coppia o familiare.
Gli obiettivi clinici vengono concordati e definiti all’interno di alcuni colloqui iniziali di consultazione psicologica e perseguiti nelle successive sedute di psicoterapia.
Quando necessario, è possibile prevedere un approfondimento psicodiagnostico attraverso l’utilizzo di strumenti e test psicologici ad hoc.
Che cos’è la mediazione familiare?
Spesso si riscontra poca chiarezza sul significato di queste due parole, spesso si tende a pensare che la mediazione familiare serva per “rimettere insieme” la coppia, per “fare pace”, per “non separarsi più” o cose simili.
A volte si confonde la mediazione familiare con una sorta di “psicoterapia”, di “terapia di coppia”, di consulenza finalizzata alla risoluzione dei conflitti. Non è così.
La mediazione familiare è un percorso nel quale una terza persona imparziale (il mediatore) aiuta i genitori a trovare accordi efficaci sui figli in vista o in seguito alla separazione o al divorzio.
E perché mai si dovrebbe desiderare di prendere accordi con una persona, marito, moglie o convivente che sia, da cui abbiamo deciso di separarci, di non includere più nella nostra quotidianità?
Perché la coppia genitoriale è indissolubile.
Non contano separazioni, allontanamenti o divorzi, la “qualifica” di genitore è a vita e, in quanto genitori si ha il diritto ma anche il dovere di prendere decisioni e accordi riguardanti i figli in maniera autonoma e consapevole.
Questo migliora la qualità della vita di tutti, genitori separati e figli.
Perché riuscire a trovare accordi soddisfacenti può voler dire trasformare una separazione giudiziale in una consensuale per esempio, con riduzione di costi, tempo e stress.
Perché gli accordi presi autonomamente in base alle proprie esigenze hanno efficacia e durata maggiori di accordi imposti da un organo giudicante.
Che rapporto c’è tra la mediazione familiare e la procedura legale di separazione o divorzio?
Esiste un rapporto di assoluta indipendenza e autonomia.
Gli accordi presi durante gli incontri di Mediazione non costituiscono in alcun modo vincolo giuridico per le parti che possono decidere di rispettarli se lo ritengono utile, ovvero di sottoporli all’esame di un avvocato per eventualmente inserirli in un atto giuridico idoneo ad avviare una procedura legale. La mediazione familiare non sostituisce il lavoro di avvocati, giudici, medici, consulenti finanziari, psicologi e psicoterapeuti, ma lo integra. Il percorso di mediazione familiare può essere intrapreso in qualsiasi momento, prima, durante o dopo un procedimento giudiziario. L’ideale sarebbe iniziare prima ma, nel caso sia già in corso, sarà sufficiente sospendere l’attività giudiziaria fino all’esito della mediazione.
Chi è il mediatore?
Il mediatore familiare è un esperto che aiuta i genitori a gestire il cambiamento in atto e la conflittualità presente, ma il mediatore non risolve i conflitti.
Il mediatore lavora con i genitori per gestire tali conflitti al fine di prendere decisioni e accordi realistici, tarati sulle esigenze di ognuno e soddisfacenti per entrambi e per i propri figli.
E’ bene precisare però che il mediatore svolge il suo lavoro rispettando parametri e condizioni imprescindibili quali:
- volontarietà: le parti decidono volontariamente di rivolgersi al mediatore e decidono volontariamente di trovare un accordo. Non esiste alcun obbligo legislativo a farvi ricorso.
- imparzialità e neutralità: il mediatore familiare è un terzo imparziale e neutrale che ha il solo compito di facilitare la comunicazione tra le parti, ma non ha interessi in comune con nessuna di esse rimanendo, pertanto, sempre al di fuori del conflitto.
- segretezza: il mediatore ha l’obbligo di mantenere il segreto professionale su tutto ciò che viene detto all’interno della stanza di mediazione e pertanto nessuna dichiarazione o informazione data dalle parti durante la mediazione può essere utilizzata nell’eventuale processo.
- autonomia: la mediazione familiare è completamente autonoma e indipendente dal percorso giudiziario.
Dove?
Gli incontri di mediazione solitamente si svolgono in uno spazio neutro e silenzioso, in cui le parti possono sentirsi libere di parlare e discutere tra loro con la massima riservatezza, uno spazio in cui ognuno può essere ascoltato senza venire giudicato.Quante volte abbiamo la sensazione di parlare senza essere ascoltati davvero? Quante volte “ascoltiamo” l’altro, senza capirlo veramente?
Nella vita di tutti i giorni è normale che questo accada, ma nella stanza di mediazione cerchiamo, proviamo, ci sforziamo di migliorare un po’ questo aspetto scoprendo, spesso, che le liti e le incomprensioni nascono proprio da lì, dalla mancanza di ascolto reciproco.
Come?
Il percorso di mediazione pur essendo slegato da vincoli e formalità segue comunque delle cosiddette “fasi” che possono essere così sintetizzate:
- primi colloqui: il mediatore raccoglie le prime informazioni sulla storia della coppia.
- fase di negoziazione: i genitori, con l’aiuto del mediatore, prendono accordi.
- fase di conclusione: si rivede l’intero percorso di mediazione e gli accordi presi.
Per quanto tempo?
Nonostante ogni mediazione sia un caso a sé in base alla coppia genitoriale, alle problematiche da affrontare e agli accordi da prendere, generalmente il percorso di mediazione ha una durata media di 10/12 incontri di circa 1 ora.
Normalmente tali incontri si svolgono, nella fase dei primi colloqui e nella fase conclusiva, ad intervallo di una settimana l’uno dall’altro, mentre nella fase di negoziazione possono trascorrere anche 2/3 settimane tra un incontro e l’altro per dar modo ai genitori di riflettere al meglio sulle decisioni prese provando già ad attualizzarle nella quotidianità.
Vantaggi
Seguire un percorso di mediazione familiare porta in sé numerosi vantaggi tra cui:
- miglioramento delle capacità comunicative.
- maggior stima di sé e dell'altro.
- maggior continuità e coinvolgimento nel reciproco ruolo genitoriale.
- maggior consapevolezza delle conseguenze personali derivanti dalla separazione.
- raggiungimento di accordi più equi, più condivisi e quindi più rispettati nel tempo perché elaborati dai genitori autonomamente e non imposti dal genitore più forte (economicamente o emotivamente) o dall'autorità giudiziaria competente.
- garanzia di assoluta riservatezza e del segreto professionale.
- riduzione dei tempi e dei costi rispetto alle controversie giudiziarie.
Curiosità
In Giappone la mediazione familiare si pratica da oltre 100 anni come prima scelta, perché è considerato un disonore non riuscire a risolvere da sé, seppur con l’aiuto di un mediatore, i propri conflitti. Ricorrere al Tribunale delegando ad un giudice il potere di disporre della propria vita è motivo di grande vergogna!
Il supporto linguistico e culturale è elemento indispensabile per superare le barriere nella comunicazione e non solo.
Usi e costumi, se pur simili, possono talvolta creare voragini fra il sé e l'altro, fra il noi e il resto del mondo.
Questo consente all’Associazione Dif di occuparsi del disagio familiare anche oltre le frontiere determinate dalle differenze.